La Palazzina di Stupinigi - Torino
La Palazzina non nasce come reggia, ma come ritrovo per la caccia. E' dunque un edificio relativamente piccolo, imperniato su un salone centrale ellittico, che ne occupa tutta l'altezza, coperto da una cupola sopra la quale, come simbolo della finalità venatoria, è posta una statua di un cervo in bronzo.
Da questo salone riccamente scenografico, luogo di incontro di cavalieri e dame, prima dell'inizio della caccia, si dipartono quattro bracci disposti a croce di Sant'andrea, due dei quali ora più alti e ora più bassi proseguono in lunghi corpi che ad andamento mistilineo, si inseriscono nello spazio, realizzando completamente l'ideale settecentesco di vita in mezzo alla natura. Le numerose finestre degli appartamenti reali e degli alloggi per gli ospiti, convalidano questa concezione, permettendo un interscambio tra esterno ed interno.
La tenuta di caccia si estendeva in un' area di quasi 1 700 ettari al di fuori del parco cintato, era stata espropriata dal duca Emanuele Filiberto di Savoia nel 1563 ai Pallavicini. Tale area comprendeva terreni e boschi compresi oggi nei comuni di Nichelino, Orbassano e Candiolo.
Il territorio, che nei secoli rimase col resto della palazzina a disposizione delle cacce dei Savoia, nel 1992 è stato posto sotto tutela con l'istituzione del parco naturale di Stupinigi per la salvaguardia della discreta varietà faunistica che lo popola.
La Palazzina di Caccia di Stupinigi fa parte del circuito delle Residenze Sabaude in Piemonte, sito seriale proclamato Patrimonio Mondiale dall'UNESCO, oggi è di proprietà della Fondazione Ordine Mauriziano.
La Palazzina conserva l'arredamento originale e dal 1919 è anche sede del Museo dell’Arredamento e periodicamente ospita mostre d'arte
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