La Palazzina di Stupinigi - Torino




Foto dal web

La Palazzina di Stupinigi è uno dei numerosi edifici che i Savoia hanno fatto costruire fuori città, seguendo la moda diffusa presso le monarchie europe di  scegliere residenze lontane dalla capitale.
Commissionata a Filippo Juvarra da Vittorio Amedeo II, la sua costruzione inizia nel 1729 

La Palazzina non nasce come reggia, ma come ritrovo per la caccia. E' dunque un edificio relativamente piccolo, imperniato  su un salone centrale ellittico, che ne occupa tutta l'altezza, coperto da una cupola sopra la quale, come simbolo della finalità venatoria, è posta una statua di un cervo in bronzo. 


Da questo salone riccamente scenografico, luogo di incontro di cavalieri e dame, prima dell'inizio della caccia, si dipartono quattro bracci disposti a croce di Sant'andrea, due dei quali ora più alti e ora più bassi proseguono in lunghi corpi che ad andamento mistilineo, si inseriscono nello spazio, realizzando completamente l'ideale settecentesco di vita in mezzo alla natura. Le numerose finestre degli appartamenti reali e degli alloggi per gli ospiti, convalidano questa concezione, permettendo un interscambio tra esterno ed interno. 

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Dal salone ellittico si accede alla Camera da letto della Regina, dove troviamo una volta affrescata con ampie partiture a secco eseguita da Charles-André Van Loo, considerata il suo capolavoro. Dipinta nel 1733, raffigura il Riposo di Diana e Atteone: la dea è attorniata da splendide ninfe sulle rive di un  fiume con un elegante e raffinata cromia.
Foto: Paolo Barosso

Foto: Paolo Barosso

Sempre dal salone ellittico è collegato l'appartamento del Re e dopo l’Anticamera si accede alla Camera da letto. La volta è stata affresca da Michel Antonio Milocchi e rappresenta scene della vita di Diana. Sia i lambriggi che le porte volanti sono di disegno juvarriano, eseguiti nel 1737/41 da Francesco Fariano, che abbiamo visto operare già nell’Appartamento della Regina. Anche i raffinati stucchi dorati sono d’impostazione juvarriana.
Foto: Paolo Barosso

Foto: Paolo Barosso



Celebre nella Palazzina è la Sala del Bonzanigo, così chiamata per lo stipo con la doppia funzione di libreria e scrivania realizzato da Giuseppe Maria Bonzanigo, importante scultore, ebanista, intagliatore astigiano. La sala presenta arredi di stile classicista a contrasto con lo stile barocco e presenta stucchi e affreschi opera di Pietro Domenico Olivero e Giovanni Battista Alberoni. 

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L’Anticappella, denominata un tempo Sala dei buffetti, fu adibita a cappella nel 1767 e dedicata a Sant’Uberto. 
La Sala degli Scudieri, collegata anch’essa al salone principale, fu uno dei primi ambienti ad essere decorata, presenta affreschi su porte e sovraporte opera del Cignaroli raffiguranti scene di caccia. 

La tenuta di caccia si estendeva in un' area di quasi 1 700 ettari al di fuori del parco cintato, era stata espropriata dal duca Emanuele Filiberto di Savoia nel 1563 ai Pallavicini. Tale area comprendeva terreni e boschi compresi oggi nei comuni di NichelinoOrbassano e Candiolo.

Il territorio, che nei secoli rimase col resto della palazzina a disposizione delle cacce dei Savoia, nel 1992 è stato posto sotto tutela con l'istituzione del parco naturale di Stupinigi per la salvaguardia della discreta varietà faunistica che lo popola.

La Palazzina di Caccia di Stupinigi fa parte del circuito delle Residenze Sabaude in Piemonte, sito seriale proclamato Patrimonio Mondiale dall'UNESCO, oggi è di proprietà della Fondazione Ordine Mauriziano. 

La Palazzina conserva l'arredamento originale e dal 1919 è anche sede del Museo dell’Arredamento e periodicamente ospita mostre d'arte


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