Ville del Palladio
VILLE VENETE DEL PALLADIO
Partrimonio mondiale dell'UNESCO
La città di Vicenza e le Ville Palladiane del Veneto sono uno dei patrimoni dell'umanità UNESCO.
Villa La Rotonda, sorge su un altura lungo la Riviera Berica, poco distatnte da Vicenza
Fu commissionata dal canonico Paolo Almerico, appartenente a una nobile famiglia vicentina, la cui carriera si concluse brillantemente alla corte dei papi, prima del ritorno in patria. L’incarico a Palladio fu conferito intorno al 1566. La realizzazione dell’edificio si svolse probabilmente tra il 1567 e il 1569, anno in cui la villa risulta abitata.
La villa si sviluppa verticalmente su tre livelli, piano terra di servizio, piano nobile alla quota dei pronai e piano attico, originariamente continuo e adibito a granaio e successivamente tramezzato. L’edificio è a pianta centrale, impostato su un quadrato i cui vertici sono rivolti ai quattro punti cardinali, con un salone circolare centrale la cui cupola, a profilo ribassato e conclusa da una lanterna, emerge all’esterno. Su ciascuno dei quattro fronti, in posizione assiale, si protende verso il paesaggio un pronao ionico esastilo con voltatesta aperti da arcate e frontone coronato da statue.
Foto: Ig @veraclasse
Villa Foscari, detta La Malcontenta - Progettata dal Palladio fra il 1555 e il 1560, si trova lungo la Riviera del Brenta, nel territorio di Mira, Venezia.È la prima villa che si incontra risalendo il fiume da Venenzia, dove moltissimi nobili veneziani costruirono le loro ville, rendendo così la Riviera del Brenta zona unica al mondo per la concentrazione di meraviglie architettoniche e testimonianze storiche. Poiché è stata costruita sopra un consistente banco di sabbia, dal Brenta è ben visibile la maestosità della facciata, con le due rampe di scale laterali e con il pronao ionico sorretto dall’alto basamento.Il nome Malcontenta deriva dal malcontento degli abitanti di Padova e Piove di Sacco per la costruzione del Naviglio del Brenta. Si racconta che una nobildonna di nome Elisabetta Dolfin sia stata rinchiusa nella Villa, a causa della sua condotta viziosa per ben 30 anni in piena solitudine. Senza mai uscire e neanche affacciarsi alle finestre.
Fu edificata trasformando il vecchio palazzo medioevale di proprietà della famiglia, in una abitazione di campagna.
Il Palladio progetta questa villa rifcendosi alle grandi residenze romane, da Villa Giulia a Villa d’Este. il corpo centrale (recuperato dalla casa padronale) richiama l'arte classica, mentre ai lati i tipici portici rurali richiamano le caratteristiche barchesse destinate all'agricoltura per poi terminare con le colombare, deposito per i prodotti e gli arnesi agricoli
Fin dal 1500 questo territorio era meta prediletta delle nobili famiglie veneziane, qui trascorrevano i mesi estivi e le ville divennero presto luoghi di incontro intellettuale e raffinato svago a contatto con la natura ma allo stesso tempo sedi per lo sviluppo e il controllo delle nascenti attività agricole.
La villa si trova nella campagna attraversata dalla statale 53 Postumia, che collega Vicenza a Treviso toccando i centri di Cittadella e Castelfranco.
Fu commissionata da Leonardo Emo figlio di Alvise, prestigioso esponente del patriziato veneziano, su un fondo di proprietà della famiglia.
Il progetto palladiano risale intorno al 1557-58, e la realizzazione nel successivo triennio.
La villa subì una parziale modifica nel 1744 a opera dell'architetto Francesco Muttoni, che trasformò in residenza anche parte delle barchesse, ostruendo le arcate che si aprivano sul fronte posteriore delle due ali in prossimità degli attacchi con il corpo centrale, consentendo anche di guardare dal giardino verso la campagna retrostante.
Il controsoffitto aggiunto al salone sempre nel Settecento è stato rimosso con i restauri effettuati negli anni 1937-40. La villa e i suoi spazi pertinenziali, acquisiti di recente da un locale istituto di credito, sono stati oggetto di ulteriori accurate opere conservative.
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